FERMIAMO L’ASSALTO PADRONALE AL RECOVERY FUND

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FERMIAMO L’ASSALTO PADRONALE AL RECOVERY FUND 25 FEBBRAIO 2021 – MOBILITAZIONE NAZIONALE – ORE 15.30 PRESIDIO A MONTECITORIO

Ci siamo, il nuovo Governo è cosa fatta. La scelta di Mario Draghi come Presidente del Consiglio ci dice già quali interessi saranno ancora tutelati.
Non dimentichiamo che nel 2011 fu proprio Draghi, allora presidente della Banca Europea, a scrivere al Governo Italiano (vedi dietro la lettera completa) sollecitandolo a fare di più per garantire i finanziamenti alle imprese: tagliando stipendi, servizi pubblici (scuola, sanità, giustizia..), modificando il sistema di contrattazione salariale. Ma non bastava, occorreva innalzare ancora l’età pensionabile, incentivare la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali e dei trasporti.. La politica dei tagli alla cosa pubblica e ai salari, la girandola degli appalti, la stretta alle libertà democratiche e sindacali che abbiamo subito ha una firma ben precisa.
I nostri politicanti di destra e di centro-sinstra allora tutti eseguirono gli “ordini” e oggi cantano le lodi dell’alfiere dei grandi capitali, delle banche e dei padroni. Hanno bisogno di “Lui” per gestire la spartizione dei fondi del “Recovery Fund”, soldi nostri che ricompaiono dopo anni di “Austerità” che ripagheremo a caro prezzo.
Noi siamo quelli che pagano il prezzo della crisi strutturale del sistema economico basato sullo sfruttamento, che ha generato disoccupazione, precarietà, ignoranza, crisi alloggiativa e, oggi è sotto gli occhi di tutti, anche il disastro sanitario. Non un freno è stato posto alla distruzione dell’ambiente e dei territori mentre sono aumentate le spese militari.
La soluzione alla crisi economica del sig. Draghi è l’origine dei problemi: continua a sostenere l’arricchimento di settori sempre più ristretti che vivono dello sfruttamento altrui, i quali non sono in grado di poter fare profitti se non a costo della vita di tutti noi.
Non ci offendiamo se al suo cospetto ha chiamato solo i sindacati complici, ancora una volta ha dimostrato che gli interessi dei lavoratori sono in un altro programma:
• aumenti salariali e riduzione dell’orario di lavoro;
• blocco di tutte le privatizzazioni con l’internalizzazione dei servizi e del personale;
• pensione a 60 anni e/o 35 di servizio per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro;
• finanziamenti veri per scuola, sanità, giustizia, casa, trasporti e della pubblica amministrazione;
• pagamento regolare di stipendi, pensioni e ammortizzatori sociali;
• finanziamento per la sicurezza sui posti di lavoro e dell’ambiente;
• ripristino di tutte le libertà democratiche e sindacali (diritto di assemblea, di sciopero..);
• lotta a tutte le discriminazioni razziali e di genere.
Rafforziamo l’organizzazione dei lavoratori e la solidarietà nella lotta, diamo forza alla CUB!

Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011 Lettera di Mario Draghi, Jean-Claude Trichet

Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un’azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori. Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell’euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.
Nell’attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:
1. Vediamo l’esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l’aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l’efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L’accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.
2. Il Governo ha l’esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L’obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell’1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l’età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l’assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.
Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell’amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l’efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione). C’è l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione, Mario Draghi, Jean-Claude Trichet

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