MENSE SCOLASTICHE IN GINOCCHIO

F.L.A.I.C.A.  Uniti – C.U.B.
Federazione lavoratori agro-industria commercio ed affini uniti

COMUNICATO

Le lavoratrici e i lavoratori delle mense scolastiche si occupano di un servizio pubblico essenziale che negli anni ha visto il taglio dei loro diritti ad ogni cambio appalto. Sono a casa dal 24 febbraio, da quando gli istituti sono stati chiusi per limitare la diffusione dell’epidemia. La maggior parte delle aziende però non ha anticipato gli ammortizzatori sociali previsti dal Governo e così molti di loro ora si trovano senza stipendio, alcuni costretti a far fronte situazioni difficili, con un solo reddito in famiglia.

Il comparto è per lo più composto da donne, spesso monoreddito, che subiscono da anni part time involontari con stipendi già bassi. Molte di loro non raggiungono nemmeno i 500 euro lordi al mese. Questo a pieno ritmo lavorativo.

La maggior parte di questi lavoratori oggi è impiegata per 15 ore settimanali con salari minimi, che rasentano la soglia minima di povertà, ad aggravare la situazione occorre denunciare la consueta sospensione per il periodo estivo, dove queste tipologie di mansioni non percepiscono nessun ammortizzatore sociale. Questa Pandemia ha scoperchiato il vaso di Pandora, facendo emergere quello che noi denunciamo da anni, ovvero la grave situazione economica che vivono.

Riteniamo quindi di fondamentale importanza aggiungere risorse a sostegno di un reddito già estremamente risicato, che si ridurrà ulteriormente nei prossimi mesi.

Chiediamo che  il governo preveda il prolungamento degli ammortizzatori sociali anche durante i periodi di sospensione forzata dall’attività lavorativa e la stabilizzazione del sostegno al reddito negli stessi periodi anche per il futuro. Questi lavoratori sono ancora in attesa della riscossione del Fondo Integrazione Salariale erogato  dall’INPS, attesa inaccettabile aggravata dall’esiguo importo che riceveranno.

Inoltre, occorre mettere in rilievo che se bene siano lavoratori assunti a tempo indeterminato ma con sospensione… questo è un sopruso, per alcuni mesi l’anno sono sospesi dal lavoro e quindi dallo stipendio, dall’accumulo del TFR, ma soprattutto non si vedono riconosciuti i contributi durante il periodo di sospensione. Tutto questo accade ancora nonostante la direttiva europea n.97/81/CE e una successiva sentenza della Corte di Giustizia Europea abbiano disposto la non discriminazione contributiva per i lavoratori a tempo parziale ciclico.

Riteniamo ingiusta la disparità di trattamento tra lavoratori pubblici della scuola e i lavoratori dipendenti da aziende in appalto nonostante siano impiegati ventennali. Occorre colmare le divergenze occorre restituire la dignità a questi lavoratori che chiedono con forza un segnale dalle istituzioni.

Locandina presidio Piazza Montecitorio – Roma 28 Maggio

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